6° Report italiano sul CrowdInvesting

L’industria del crowdinvesting in Italia è arrivata ad una nuova tappa importante, dopo la tempesta della pandemia Covid-19: l’entrata in vigore del Regolamento ECSP (European Crowdfunding Service Platform). Mentre i temi generali della riforma sono noti (fra i principali citiamo l’equiparazione fra equity e lending, la passaportazione europea, l’introduzione di una valutazione di appropriatezza con limiti di investimento), molti elementi di dettaglio sono ancora in gran parte da scrivere al momento in cui questo Report viene pubblicato.

La strada percorsa negli ultimi anni dalle piattaforme di equity crowdfunding e social lending italiane è costellata di numerosi importanti risultati. Nel primo Report pubblicato dal nostro Osservatorio nel 2016 avevamo censito 19 portali autorizzati da Consob, 19 campagne equity chiuse con successo con € 5,6 milioni raccolti; per la parte lending i portali erano 4 con solo € 1,9 milioni erogati a imprese. Cinque anni dopo, siamo arrivati a 51 portali equity, con 588 campagne chiuse con successo e € 286,5 milioni raccolti (senza includere le campagne per il collocamento di minibond), e ben 28 piattaforme di lending che hanno erogato più di € 600 milioni per le imprese (importo che cresce sensibilmente se contiamo anche le piattaforme fintech che non fanno raccolta su Internet). L’evoluzione non è solo quantitativa, ma anche quantitativa; i modelli di business nell’industria diventano più complessi, le offerte si aprono a tipologie variegate di investitori, le campagne si articolano in modo sempre più complesso, i progetti finanziati spaziano in aree imprenditoriali inedite. Il compito di ‘fotografare’ l’industria diventa quindi sempre più arduo per i ricercatori accademici; speriamo quindi che anche quest’anno lo sforzo di descrivere il mercato del crowdinvesting italiano in modo sintetico ma esaustivo risulti apprezzato.