L’effetto Covid-19 sulle startup: l’ecosistema italiano raccontato in tre grafici

C’è una notizia buona e una cattiva. Stando ai dati dell’ultimo rapporto di Startup Genome  (specializzati nell’analisi su scala mondiale delle nuove realtà innovative), la situazione è piuttosto allarmante. Almeno un 40% di startup sono nella cosiddetta “red zone”, vale a dire avere un residuo inferiore a tre mesi di liquidità prima di arrivare al fallimento. Quella buona è che sono in arrivo soldi per le startup come mai si erano visti nel nostro Paese.Merito del Covid-19 ma anche di un diverso clima nei confronti dei piccoli innovatori nostrani.

È «già operativo» il piano industriale 2020-2022 di “Cdp Venture Capital – Fondo Nazionale Innovazione”, chiamato “Dall’Italia per innovare l’Italia”, approvato dal cda della sgr che può contare su una dotazione di fondi di circa un miliardo di euro, di cui 800 milioni già sottoscritti, grazie a risorse allocate pariteticamente dal ministero dello Sviluppo economico e dal gruppo Cdp tramite la controllata Cdp Equity. L’A.d. di Cdp, Fabrizio Palermo, ha sottolineato l’obiettivo di arrivare al 2020 con investimenti in «oltre mille» startup. Qui l’articolo completo. Ma per un attimo stiamo sull’ultimo numero comunicato: mille startup. Sono tantissime se pensiamo che dal 2012 sono state introdotte nell’ordinamento poco più di 11 mila startup.

Quindi, prima di conoscere i nomi dei mille fortunati come Infodata siamo andati a vedere chi sono le oltre 11mila startup già presenti in Italia. Per misurare quanto sia accaduto in questi primi sei mesi del 2020, ci siamo serviti dei dati pubblicati dal Ministero dello Sviluppo Economico con i quali abbiamo effettuato un confronto con gli stessi mesi dei cinque anni precedenti.

Nei grafici che seguono è rappresentato il numero di aziende italiane declinato per mese e/o anno in funzione della data di iscrizione alla sezione startup, evidenziando in rosso i valori relativi all’anno corrente.

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