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La terza edizione del Quaderno di ricerca “La finanza alternativa per le PMI in Italia” curata dal Politecnico di Milano, con il supporto di Unioncamere ed Innexta, si pone l’obiettivo di fornire un quadro quanto più possibile completo ed esaustivo degli strumenti di finanza alternativa al credito bancario, sia sotto un profilo normativo e regolamentare, che relativo allo sviluppo deimercati di riferimento. Accanto ai numeri che rappresentano lo stato dell’arte dell’evoluzione di tali mercati, vengono evidenziati dei case history che mostrano come gli strumenti di finanza innovativa possono concretamente aiutare le piccole e medie imprese a crescere nel loro percorso di sviluppo.
La presentazione del lavoro di ricerca interviene in un momento di profonda crisi per il nostro Paese e per la nostra economia, segnata dalle conseguenze della pandemia derivante dal virus Covid-19.
Al fine di fronteggiare tale situazione di crisi economico-finanziaria, si è verificato un forte afflusso di risorse e di finanziamenti garantiti dallo Stato, che senza dubbio eserciterà significativi effetti sulla situazione debitoria delle imprese. Gli strumenti ulteriori rispetto ai finanziamenti erogati dal sistema bancario assumono, in questo contesto, un ruolo ancora più importante per condurre le piccole e medie imprese verso un riequilibrio della propria struttura finanziaria, necessario per uscire al meglio dalla situazione emergenziale. La crescita e gli investimenti necessari, le acquisizioni di tecnologie e competenze, le ristrutturazioni aziendali, le aggregazioni, la diversificazione dei business e dei mercati sono obiettivi con cui molte PMI dovranno confrontarsi nei prossimi anni. Disporre di set articolati di strumenti cui poter ricorrere sarà fondamentale. E questo rapporto fa il punto sulla situazione.
Le strumentazioni monitorate ed esaminate hanno un utilizzo ancora ridotto rispetto al potenziale, anche se in crescita costante negli ultimi anni. Le ragioni sono state spesso indagate, analizzate, valutate. Certo, diversi strumenti sono orientati maggiormente ad imprese con una scala più rilevante, meno adatti a quell’imprenditoria diffusa di piccole e piccolissime dimensioni che costituisce l’ossatura del sistema italiano. E questa azione di adattamento dovrà essere una priorità, così come un’azione costante di informazione e promozione. Ma insieme sarà essenziale che tantissimi operatori economici acquisiscano una dimestichezza con tali strumenti e, più in generale, con quelle competenze che ne rendono possibile l’utilizzo. Competenze finanziarie, ma non solo.
Le Camere di Commercio hanno, in questi anni, sostenuto la diffusione di tali strumenti verso una platea di imprese sempre più ampia, attraverso seminari, eventi formativi, forum e canali per avvicinare l’offerta degli investitori alla domanda delle PMI. E insieme realizzano un’azione di crescita della cultura digitale, di utilizzo delle nuove tecnologie in tutta la gamma della vita aziendale, di awareness dei temi finanziari con cui le imprese devono confrontarsi.
La riforma del Codice della Crisi, inoltre, ha chiamato in campo le Camere di Commercio sulla prevenzione delle crisi d’impresa. Ciò richiede non solo che si costruisca un efficiente sistema di allerta, come previsto dalla legge, ma che si rafforzino strumenti e conoscenze necessarie alle PMI per monitorare e consolidare il proprio equilibrio non solo economico-finanziario, ma anche organizzativo e gestionale e per cogliere le opportunità fornite dalla nuova frontiera del fintech.
Tutto ciò testimonia quanto siano cruciali per la crescita dei mercati di finanza alternativa in Italia queste azioni, su cui sono coinvolte le associazioni, le istituzioni (Consob, Banca d’Italia ecc.) i professionisti, gli organismi della finanza alternativa. Una finanza che deve essere capace di sostenere il nostro tessuto produttivo, impegnato a superare lo shock emergenziale, ma al contempo di contribuire a riavviare la ripresa e rilanciare la crescita.